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L’Islam in Italia versione “dhimmi”

Italia( sabato 4 maggio 2024) – Islam in arabo significa “sottomissione”. Il musulmano è colui che si sottomette ad Allah, adora la sua parola (il Corano), adora la sua legge (la Sharia), rispetta le autorità politiche che lo rappresentano (il Califfo) e la sua comunità (l’Umma).

di Domizia Di Crocco

Tuttavia, c’è una possibile alternativa che da occasione di potersi inserire nella società islamica (Dar-al-Islam) senza essere musulmano, come cittadino di seconda classe, dhimmi.

In teoria, i dhimmi hanno garantita la loro sicurezza personale e le loro proprietà, in cambio del pagamento di un tributo (Jizya) e del riconoscimento del dominio musulmano. Ma ciò che rende esclusivo questo sotto sistema nel sistema è l’essere liberi di praticare la propria religione a patto che non sia pubblica ,escludendo la manipolazione, avente la finalità di convertire i musulmani, a rischio e pericolo con la pena di morte, come da Corano.

Nel dettaglio, l’Islam è la seconda religione in Europa, mentre il cristianesimo sta diminuendo per via del crollo della natalità e dell’apostasia spirituale. Molti musulmani europei vivono in comunità chiuse, soprattutto nelle periferie delle città, che di fatto non sono soggette alla legge del paese. In queste comunità si applica la Sharia e le famiglie pagano le tasse islamiche in conformità con essa.

l’Europa sta gradualmente diventando parte della Dar-al-Islam.

Nello specifico, l’Italia sta scivolando verso una connotazione di dhimmitudine, cioè, non accettando l’Islam de iure, vi si sottomettono de facto.

Il recente fatto di Pioltello, alla periferia di Milano, dimostra quanto l’Italia si sia già sottomessa: una scuola pubblica il cui nome di un cittadino pakistano, Iqbal Masih , ha chiuso il 10 aprile per festeggiare la fine del Ramadan, motivando la decisione presa sulle percentuali di presenze musulmani, il 40%, dei suoi studenti.

Giuseppe Valditarra, Ministro MIM, ha reagito dichiarando che una scuola pubblica deve seguire la legge italiana e chiudere solo nei giorni festivi ufficiali, assecondato dal vicepremier Matteo Salvini, perché stiamo andando contro i valori, l’identità e le tradizioni del Paese.

A rafforzare l’Italia, che ha già ceduto alle usanze islamiche, sono molte autorità ad aver sostenuto la decisione del Dirigente scolastco, come l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, noto per la sua apertura verso la comunità musulmana; il quotidiano dei vescovi Avvenire sostengono il preside; il presidente della Repubblica, Sergio Matarella, ha inviato una lettera di apprezzamento alla vicepreside Maria Rendani; il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, ha pubblicato una “Lettera ai nostri fratelli e sorelle musulmani” all’inizio del Ramadan, con la speranza di un’occasione per rinsaldare i legami di fede e per orientare le Comunità alla ricerca di Dio e della sua volontà”; L’arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi, ha salutato i musulmani con una lettera aperta.

Diversi sono stati i vescovi italiani che si sono rivolti in questa occasione alle comunità musulmane. Ormai sta divenendo la normalità.

L’incidente di Pioltello sta ad dimostrare una tendenza ormai ben nota: la diocesi di Bergamo aveva lanciato un appello ai cattolici perché partecipassero al Ramadan pochi giorni prima del fatto divenuto cronaca.

Per controtendenza diverse associazioni cattoliche, tra cui Pro Italia Christiana, hanno lanciato petizioni pubbliche chiedendo al Vescovo di riconsiderare la sua decisione. “Sì alla Quaresima, no al Ramadan!” era lo slogan.

Al cospetto dei musulmani, sempre più accolti e coccolati, i cattolici sono sempre più emarginati. Aumentano le scuole italiane che cancellano le festività del Natale per non ferire i sentimenti dei musulmani. Come il presepe, ad esempio, sta scomparendo, così l’altarino dedicato alla Madonna nella festa dell’Immacolata. Si modificano le vacanze di Pasqua, adattandole al calendario musulmano. Molte scuole stanno sopprimendo il crocifisso considerandolo offensivo per i musulmani.

A dicembre scorso Fratelli d’Italia ha presentato in Parlamento un disegno di legge dichiarando il Natale festa ufficiale ed obbligatoria, nelle scuole. Tale proposta di legge è stata sottoscritta da molti parlamentari, e non sarà possibile cancellare il presepe, il Natale e la Pasqua all’interno degli istituti scolastici italiani di qualsiasi ordine e grado , con la finalità di salvaguardare e tutelare le nostre radici culturali che nel presepe esprimono un altissimo esempio.

Sono pienamente d’accordo con la senatrice Mennuni e sostengo il suo disegno di legge. Osservo tuttavia che quando si deve proporre una legge speciale per difendere una tradizione religiosa e culturale secolare (anzi, nata in Italia con San Francesco d’Assisi) significa che la battaglia è in sostanza finita. Hanno vinto loro. De facto se non de iure, l’Italia è già un Paese sottomesso.

Tag: dhimmi

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Last modified: Maggio 5, 2024
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