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“Più’ ferro e meno gomma per mobilità’ fra Arezzo e Firenze: Potenziare i Regionali ”

Regione Toscana, Grosseto ( mercoledì 5 giugno 2024) – La mobilità di persone e merci efficace e sicura è un diritto fondamentale sia per lo sviluppo economico che sociale in un territorio.

di Domizia Di Crocco

Questo diritto è da tempo negato a tutti coloro che per motivi di lavoro o di studio o per trasferire merci, utilizzano il sistema di trasporto pubblico/privato e circolazione merci fra Arezzo e Firenze.

L’ultimo incidente di giovedì 30 maggio, mortale, con numerosi mezzi pesanti coinvolti, code che hanno raggiunto i dieci chilometri e intasamento della Regionale 69 già satura di traffico, è avvenuto in autostrada, tra le uscite di Valdarno e Incisa.

Ennesimo sinistro in poche settimane reiterati da una lunga serie di altri incidenti che, oltre a morti e feriti, hanno provocato disagi enormi alla circolazione.

“È previsto un intervento fino al casello Valdarno della costruzione di una terza corsia. Il progetto è iniziato nel 2010, poi aggiornato con le nuove norme tecniche e verrà presentato nella versione esecutiva per l’appalto entro questa estate. I lavori, secondo quanto annunciato alcuni mesi fa da Roberto Tomasi, Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia, dovrebbero partire nel 2025 – dice Alessandro Tarquini, Responsabile Confindustria Toscana Sud Delegazione di Arezzo – La terza corsia autostradale in progetto è fondamentale in termini di sicurezza, ma non risolverà i problemi della mobilità nella nostra provincia, tanto più che a Sud del casello Valdarno dove il progetto è fermo dal 1988: trentasei anni! La terza corsia in costruzione, che va da Valdarno a Firenze, sarà solo un rimandare tutte le problematiche che stanno vivendo il tratto aretino della A1. – spiega Tarquini – Le criticità presenti che il sistema del trasporto pubblico locale, su gomma e su ferro esternano è che si presenta fortemente inadeguato per il soddisfacimento dei bisogni del territorio. I ritardi dei treni, spesso anche di ore, sul tratto Chiusi-Arezzo-Valdarno-Firenze, sono cronaca quotidiana, con disagi ai pendolari e pesanti ripercussioni sulle attività di enti pubblici e aziende private. La causa dei ritardi dei treni regionali è dovuta principalmente alle crescenti interferenze con l’Alta Velocità sulla linea e all’ingresso del nodo di Firenze, ma anche all’obsolescenza del materiale rotabile. Come da piano progettuale industriale 2022-2031 del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane si legge la costruzione di una terza corsia sui binari (portando a sei binari la linea da Arezzo a Rovezzano) che ancora è fermo ad uno studio di fattibilità e soluzioni RFI di breve e medio periodo, relativi alla gestione degli orari di punta dei regionali con eliminazione dell’inchino ai treni AV perché bocciate dai pendolari: non assicurano la regolarità degli orari per i treni del mattino, a garanzia del puntuale arrivo sui luoghi di lavoro. Siamo consapevoli che le opere infrastrutturali non siano realizzabili a breve termine e che la riduzione della mobilità su gomma attraverso l’intensificazione dell’offerta di trasporto su ferro di persone e merci diverrà irrinunciabile. Per questo, auspichiamo che il dialogo in corso tra gli enti pubblici interessati con i vertici nazionali di RFI e Trenitalia dia risposte efficaci, così che con l’offerte dell’AV venga alimentato il servizio pubblico regionale ed il trasporto merci” – conclude Tarquini.

Tag: trasporti, criticità, proposte

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Last modified: Giugno 5, 2024
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