Detroit – Nelle primarie democratiche e repubblicane in Michigan, Joe Biden e Donald Trump hanno ottenuto vittorie schiaccianti, consolidando la loro posizione di presunti candidati per le elezioni presidenziali di novembre. Tuttavia, entrambi hanno ricevuto segnali di debolezza che potrebbero influenzare l’esito delle elezioni.
Di Daniel Caria
Biden, sebbene abbia conquistato l’80% dei consensi tra gli elettori democratici, ha dovuto affrontare una significativa protesta all’interno della comunità araba della regione. La campagna “uncommitted” ha invitato gli elettori a non schierarsi a favore di un candidato per esprimere il loro malcontento per l’appoggio di Biden a Israele nella guerra a Gaza. Questo movimento ha superato le aspettative, avvicinandosi al 15%, una soglia che consentirebbe di ottenere delegati alla Convention del Partito Democratico di agosto a Chicago. Se Biden vuole mantenere il Michigan come stato chiave, dovrà affrontare la questione della crisi a Gaza in modo più risoluto.
Dall’altra parte, Trump ha vinto le primarie repubblicane, ma l’attenzione è stata attirata dalla significativa percentuale di elettori che ha preferito Nikki Haley. Nonostante la vittoria schiacciante con quasi il 70% dei consensi, la mancanza di un sostegno totale potrebbe rivelarsi problematica per Trump nelle elezioni generali. Haley, nonostante non abbia vinto, ha ottenuto circa il 30% dei voti, rivelando una fazione significativa che non si rassegna al candidato ormai inevitabile. Questo dissenso, se trascurato, potrebbe avere ripercussioni a novembre e complicare la rincorsa di Trump per il ritorno alla Casa Bianca.
Entrambi i candidati devono affrontare le sfide presenti nei loro rispettivi partiti e considerare come gestire le preoccupazioni degli elettori, soprattutto in relazione agli eventi internazionali come la crisi a Gaza, che ha dimostrato di poter influenzare l’opinione pubblica.
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