Riapre domani, giovedì 22 febbraio, nella storica sede di via Romana il Museo de La Specola, una delle eccellenze del Sistema Museale dell’Ateneo fiorentino, che si
di Domizia Di Crocco
presenta nuovamente al pubblico dopo un imponente intervento di riqualificazione, finanziato dall’Università di Firenze e dalla Regione Toscana.
Tredici le nuove sale espositive, per 700 metri quadri complessivi, dove trovano ospitalità i nuovi percorsi dedicati agli inizi della ceroplastica, alle cere botaniche e alla mineralogia, che affiancano da oggi le collezioni della zoologia e delle preziose cere anatomiche, il Salone degli scheletri, la Tribuna di Galileo e il Torrino astronomico, che ospitava l’osservatorio a cui La Specola deve il nome.
Al primo piano prendono poste le raccolte mineralogiche, che custodiscono anche la preziosa collezione medicea di pietre lavorate tra coppe, vasi e suggestivi oggetti ornamentali. L’esposizione illustra inoltre l’evoluzione dei minerali attraverso la storia della Terra e del Sistema Solare e consente di ammirare campioni unici al mondo, dalle tormaline ed ematiti dell’Elba allo zolfo della Sicilia, fino agli enormi cristalli di topazio e acquamarina del Brasile.
Con la riapertura, le nuove sale del secondo piano del Museo della Specola sono dedicate alla nascita e all’evoluzione della ceroplastica a Firenze, con una sezione dedicata in particolare alle cere botaniche – suggestive riproduzioni di piante e frutti – visibili al pubblico dopo oltre un secolo. Nel percorso rinnovato prendono posto inoltre le tavole in cera di anatomia, istologia e patologia botanica realizzate da Clemente Susini in collaborazione col grande scienziato Giovan Battista Amici.
Il Museo può contare anche su una nuova biglietteria e un nuovo bookshop, oltre che su nuovi impianti (elettrico, antincendio e di climatizzazione): i lavori di riqualificazione hanno riguardato in totale 2.280 metri quadri e sono stati realizzati con il contributo della Regione Toscana per complessivi 3,5 milioni di euro e dell’Ateneo fiorentino per un importo di circa 2,5 milioni di euro.