Sono partiti dalla Toscana, si sono uniti a migliaia agricoltori ed allevatori arrivati da tutta Italia, insieme alla vicepresidente provinciale di Grosseto,
di Domizia Di Crocco
Anna Maria Gabbricci, il gruppo di giovani imprenditori Lorenzo Pavone, Marianna Dori, Francesco Ronchetti, Simone Parrucci.
Nel merito della protesta il motivo è stato mettere pressione ai Ministri agricoli dei 27 Paesi che si stavano riunendo: una mobilitazione di Coldiretti all’insegna dello stop alle importazioni sleali per favorire il principio di reciprocità delle, tempi certi ed urgenti sugli aiuti di Stato e sulle semplificazione della Pac annunciate dalla Commissione Europea,una moratoria sui debiti, il rafforzamento della direttiva europea contro le pratiche sleali e la cancellazione dell’obbligo dei terreni incolti, che per la Maremma significa rinunciare a oltre 10mila ettari di produzione di cereali.
Una protesta pacifica e democratica contro le politiche folli dell’Unione Europea chiedendo lo stop alla burocrazia e all’aumento dei costi che danneggiano gli agricoltori italiani – si legge in una nota di Coldiretti Grosseto –, ed ancora incrementare gli aiuti alle aziende per contrastare la crisi e l’aumento dei tassi di interesse, garantire una moratoria sui debiti, rafforzare la direttiva europea contro le pratiche sleali e cancellare definitivamente l’obbligo dei terreni incolti. Richieste che sono contenute nel piano strategico presentato dal presidente nazionale, Ettore Prandini. Si tratta del secondo blitz in Europa, dopo quello dello scorso primo febbraio, ma questa volta la ragione è stata mettere pressione ai Ministri agricoli dei 27 Paesi che si stavano riunendo”.
Siamo tornati a Bruxelles perché è li che si decide il futuro del nostro settore – spiega Coldiretti Grosseto -. Per questo abbiamo messo in campo un lavoro costante di mobilitazione sul territorio incontrando in queste settimane centinaia di imprese del nostro territorio, ma anche di rapporto diretto con le istituzioni europee. Una grande organizzazione come la Coldiretti ha il dovere di trasformare la protesta in proposte concrete, nella consapevolezza che la maggior parte delle battaglie cruciali per il futuro delle nostre campagne si combattono proprio in Europa. Proprio per questo abbiamo predisposto un documento strategico anche sulla Pac dei prossimi anni, che deve essere semplice e in linea con le necessità delle imprese. Molte delle nostre proposte sono state accolte dal Commissario europeo all’agricoltura, ma anche oggi non ci sono certezze sui tempi. Ci aspettiamo che nel Consiglio europeo di marzo ci sia la svolta necessaria. I tempi della burocrazia Ue non sono quelli delle imprese, ma non si può attendere oltre. Serve tutto ciò che porti a una semplificazione.
Le misure puntano innanzitutto – sottolinea Coldiretti Grosseto – a porre fine all’aumento di adempimenti, obblighi e costi per le aziende agricole legati all’applicazione della condizionalità ambientale. Norme troppo stringenti e spesso svincolate dalla realtà che ne hanno reso di fatto impossibile l’applicazione nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli.
Coldiretti Grosseto chiede dunque di eliminare le eventuali sanzioni a carico degli agricoltori per il 2024 e il 2025 e di procedere alla cancellazione definitiva dell’obbligo di tenere il 4% di terreni incolti, in quanto la semplice deroga non è sufficiente.
“Al di fuori della Pac, la situazione economica del settore agricolo è però talmente grave che va affrontata con misure specifiche anticrisi, a partire– continua Coldiretti Grosseto – da una piena flessibilità sugli aiuti di stato, prorogando il Quadro temporaneo di crisi e transizione di almeno un anno per consentire agli Stati membri di sostenere gli agricoltori con strumenti efficaci come la moratoria sui debiti, che aiuterebbe una larga parte delle aziende agricole soprattutto di piccole dimensione e condotte da giovani e donne.
A Bruxelles Coldiretti Grosseto punta anche a “scardinare alcune delle follie europee che minacciano l’agricoltura nazionale, dalla direttiva packaging che colpisce le aziende ortofrutticole cancellando, per fare un esempio, insalata in busta e confezioni di pomodorini, alla direttiva ammazza stalle che equipara gli allevamenti alle fabbriche, fino all’accordo Mercosur”.( Fonte Grosseto notizie)