Scritto da 10:08 am Italia, Attualità

Il giornalista pedagogista

Attualità ( sabato 11 maggio 2024) – Con questo articolo mi sento, per dovere di cronaca, affermare alcune constatazioni messe su campo, cercando di trasmettere utili suggerimenti a chi si prefigge nella vita di intraprendere la carriera di scrivere al Mondo comunicando o quant’altro faccia notizia.

di Domizia Di Crocco

Qui non si parla di programmazione neuro linguistica, ma ciò che mi piacerebbe trasmettere è l’oggettività del messaggio che di solito si posta affinché venga letto.

Le mie parole pongono attenzione sull’ urgenza di intervenire al fine di cambiare i metodi d’insegnamento nelle scuole. Credo che queste attenzioni dovrebbero essere create dai giornalisti.

Al giorno d’oggi il ruolo dei giornalisti è sempre più sostituito dai social media, perché gli stessi costituiscono un autentico problema di disinformazione.
Non mancano esempi per dimostrare come le notizie hanno un primo passaggio sui social che per la loro immediatezza preoccupa. Ed è qui che il giornalista deve intervenire affinché la vera notizia ha bisogno di essere verificata prima di essere pubblicata.

Succede che nel campo della comunicazione gli stessi giornali possono prendere un abbaglio e creare fraintendimenti.

Qui viene sottolineato il fenomeno della cattiva informazione terminologica, dove l’allarmismo è all’ordine del giorno.

Come docente mi viene da considerare un esempio che leggo spesso e con il quale mi confronto con pedagogici anche di fama internazionale: onoro Il Professore Novara e ne condivido i termini “Guerra” e “Bullismo”. Questi termini che dai social e la comunicazione dei mass media sono stati completamente destrutturati divenendo “conflitto” e “ litigio”. Un orrore!!!!

Letteralmente, leggendo la parola “bullismo”, si evince che trae origine dall’inglese “To bull” che significa violenza sadica. Purtroppo nella nostra quotidianità si è trasformata in “bullizzare”, includendovi qualsiasi atteggiamento violento legato a un semplice battibecco.

Ciò ci ha tolto dai frams del ragionamento mentale le considerazioni che il litigio fisico è l’unica tipologia che il bambino conosce, dato che non ha ancora appreso cosa sia la diplomazia. Per cui domandare ad un bambino semmai sia stato picchiato si otterrà spesso una risposta affermativa: non si deve considerare che il bullismo sia, poi, così diffuso . Si tratta di una leggerezza nell’utilizzo delle parole, che sta creando “la società della paura”, basata su percezioni sbagliate che tutti noi cogliamo dai media.

Nel merito delle dimostrazioni citate su come funzionano le informazioni, in prima battuta, è palese che la comunicazione ha la sua importanza che porta a dedurre quanto una collaborazione tra giornalista e pedagogista sia indispensabile per poter creare comprensione. In secondo luogo può disporre un’analisi di una realtà agli organi di stampa, che a loro volta sarebbero in grado di dare più informazioni al pubblico.

Tag: giornalista pedagogista

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Last modified: Maggio 12, 2024
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