La Corte Suprema degli Stati Uniti ha accettato di esprimere un parere sull’immunità invocata dall’ex presidente Donald Trump riguardo all’accusa di interferenza nelle elezioni del 2020.
Di Daniel Caria
La massima istanza giudiziaria dovrà stabilire se Trump può essere perseguito legalmente per le accuse mosse nei confronti delle elezioni del 2020. La Corte ha delineato un percorso per risolvere rapidamente il caso e ha dichiarato che valuterà “se e in quale misura un ex presidente gode dell’immunità presidenziale da procedimenti penali per comportamenti che presumibilmente implicano atti ufficiali durante il suo mandato”.
In precedenza, la Corte Suprema aveva affermato che i presidenti sono immuni dalla responsabilità civile per gli atti ufficiali, ma ora dovrà decidere se questa protezione si estende anche ai procedimenti penali. Gli avvocati di Trump sostengono che l’immunità presidenziale dovrebbe includere anche le azioni penali.
Il caso specifico riguarda le accuse di Trump di aver cercato di sovvertire le elezioni del 2020, avanzate dal procuratore speciale Jack Smith. Le corti federali di primo grado e d’appello avevano già stabilito che l’ex presidente non gode di immunità nei procedimenti penali.
La Corte Suprema inizierà ad esaminare tutte le argomentazioni nel mese di aprile, e ci si aspetta una decisione definitiva entro la fine di giugno 2024. Questa non è la prima volta che la Corte Suprema è coinvolta in procedimenti legali contro l’ex presidente, poiché di recente ha anche ascoltato argomentazioni relative all’esclusione di Trump dalle elezioni in base al 14° emendamento, in relazione al suo coinvolgimento nell’insurrezione del 6 gennaio 2021.
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