Scritto da 2:55 pm Attualità

Legambiente allarma “ Italia no Trasporti Rapido di Massa no Ciclabilità no Mobilità Dolce”

I trasporti in Italia sono tra le prime cause dell’inquinamento atmosferico, e con emissioni climalteranti addirittura in aumento dal 1990.

di Domizia Di Crocco

Dal nuovo rapporto di Legambiente Pendolaria – Speciale aree urbane emerge che in Italia ci sono 666 auto ogni 1.000 abitanti, il 30% in più rispetto alla media di Francia, Germania e Spagna.

A pesare su questa scelta è la mancanza di interconnessioni tra le varie linee di trasporto di massa, di trasporto pubblico locale e di mobilità dolce.

In Italia la lunghezza totale delle linee di metropolitane si ferma a poco meno di 256 km totali, ben lontano dai valori di Regno Unito (680,4 km), Germania (656,5) e Spagna (615,6). Il totale di km di metropolitane nella nostra Penisola è inferiore, o paragonabile a quello di singole città europee come Madrid (291,3) o Parigi (225,2).

Analoga situazione per le ferrovie suburbane, quelle prese ogni giorno da tanti pendolari.

l’Italia sta investendo ben poco per dare priorità ai trasporti su ferro rispetto a quelli su gomma: è necessario prevedere maggiori investimenti per le aree metropolitane italiane per sciogliere i nodi irrisolti della mobilità e dell’inquinamento.

l’ultima legge di Bilancio, proposta dal Governo Meloni e approvata nel dicembre 2023, per la prima volta dal 2017 non prevede fondi né per il trasporto rapido di massa, il cui fondo è stato definanziato, né per la ciclabilità e la mobilità dolce.

Le città italiane – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – sono ferme al palo, mentre l’Europa viaggia sempre più velocemente su ferro. Serve uno sforzo aggiuntivo sulle risorse economiche fino al 2030, pari a 1,5 miliardi di euro l’anno, per realizzare linee metropolitane, tranvie, linee suburbane, recuperando i fondi dalle tante infrastrutture autostradali e stradali previste, rifinanziando i fondi per il trasporto rapido di massa e la ciclabilità, completamente svuotati dal governo Meloni, evitando di sprecare risorse per inutili opere faraoniche come gli 11 miliardi di euro stimati dal governo per realizzare il ponte sullo Stretto di Messina.


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Last modified: Marzo 6, 2024
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