Nikki Haley ha ottenuto la sua prima vittoria nelle primarie repubblicane a Washington, segnando un passo significativo nella sua sfida contro l’ex presidente Donald Trump. Tuttavia, la vittoria è stata definita “puramente simbolica” da molti, poiché erano in palio solo 19 dei 2.429 delegati del Grand Old Party in un distretto a forte maggioranza democratica.
Di Daniel Caria
La 52enne ex ambasciatrice dell’Onu ha conquistato il 63% dei voti, superando il 33% di Trump. Questo risultato, sebbene significativo per Haley, rappresenta solo una frazione dei delegati necessari per ottenere la nomination del partito. Il distretto, con una forte inclinazione democratica, limita ulteriormente l’impatto pratico della vittoria di Haley.
Analisti politici consideravano la sfida a Washington come forse l’unica opportunità per l’ex governatrice di superare Trump, dato che il tycoon non è particolarmente popolare tra gli elettori repubblicani nella capitale statunitense. Nel 2020, Trump aveva vinto senza rivali, mentre nel 2016 era arrivato terzo.
La storia è stata sottolineata dalla portavoce della campagna di Haley, Olivia Perez-Cubas, che ha evidenziato che la vittoria di Haley la rende la prima donna a vincere una tornata di primarie repubblicane nella storia degli Stati Uniti.
Tuttavia, Trump ha minimizzato il successo di Haley con un post sul suo social media Truth, insultandola chiamandola “cervello di gallina”. Ha dichiarato di essersi volutamente tenuto lontano da Washington, considerata una ‘palude’, con pochi delegati e nessun vantaggio. Trump ha affermato che la vera sfida avverrà nel Super Tuesday, lasciando intendere che i risultati di Washington sono poco significativi rispetto agli eventi futuri.
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