Il palcoscenico geopolitico globale è attualmente segnato da una complessa interazione tra il presidente russo Vladimir Putin, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’ultradestra dell’Unione Europea (UE) e le dinamiche politiche asiatiche. Le dichiarazioni di Trump, ora impegnato nella corsa per la nomina repubblicana alle elezioni presidenziali americane di novembre, stanno gettando un sasso nello stagno delle relazioni internazionali, con implicazioni profonde su temi sensibili come la NATO, le tensioni in Ucraina e il rapporto tra Russia e UE.
Di Daniel Caria
Le dichiarazioni di Trump, in particolare riguardo alla NATO, rappresentano un segnale di rottura con l’approccio tradizionale degli Stati Uniti nei confronti dell’alleanza atlantica. La minaccia di “dar via paesi membri alla Russia” se non contribuiscono finanziariamente alla difesa sottolinea una svolta nella politica estera statunitense. Analogamente, le posizioni di Trump su Aleksei Navalny, il dissidente russo, aggiungono ulteriori complessità alle relazioni tra Stati Uniti e Russia.
L’atteggiamento di Trump sembra alimentare le fiamme dell’ultradestra europea, che propugna la spaccatura dell’UE, identificandola come la fonte di tutti i problemi. Una UE divisa potrebbe aprire le porte a una maggiore influenza russa nel continente, contraddicendo la storica visione degli Stati Uniti che ha sostenuto l’Unione come baluardo contro l’avanzata russa dopo la Seconda Guerra Mondiale.
La rivalità emergente tra visioni divergenti dell’Europa è evidente. Una prospettiva sostiene un’Europa indipendente che contrasta l’influenza russa, mentre l’altra sembra propendere per un’Europa gestita dalla Russia con il coinvolgimento degli Stati Uniti. Entrambi i percorsi presentano rischi considerevoli per gli Stati Uniti, con una UE più autonoma che potrebbe sfidare gli interessi americani.
Le tensioni geopolitiche potrebbero estendersi all’Italia, con il rischio di una frantumazione politica, specialmente considerando le persistenti divisioni tra il nord e il sud del paese. L’ipotesi di una divisione, anche de jure, con la Sicilia ceduta agli Stati Uniti per il suo peso strategico nel Mediterraneo, potrebbe aprirsi, lasciando il resto dell’Italia sotto un’influenza russa più o meno diretta. Questo scenario richiama l’Italia pre-unitaria fino al 1860, ma con attori geopolitici diversi.
L’ex premier italiano Mario Draghi ha recentemente proposto un rafforzamento politico dell’UE, prospettiva che consoliderebbe l’Europa e l’unione politica italiana. Un’UE politicamente stabile, tuttavia, richiederebbe nuovi accordi e garanzie negoziate con gli Stati Uniti, in un contesto dove la vittoria politica di Putin in Europa potrebbe influenzare le dinamiche regionali e globali.
Le recenti dinamiche tra Trump, Putin e le potenze europee stanno plasmando un panorama geopolitico incerto, con potenziali ripercussioni per l’Europa, l’Asia e gli Stati Uniti. La geopolitica delle prossime elezioni in Iran, delle presidenziali russe e delle primarie repubblicane negli Stati Uniti potrebbe ulteriormente influenzare il corso degli eventi. La complessità della situazione richiede un’attenta riflessione sulle conseguenze delle azioni e delle alleanze che verranno formate nei prossimi mesi.